UISP Genova | Progetto SIC: l’intervista del nostro arbitro Gerard a Radio 1 Rai

Nell’ambito del progetto SIC | Sport, Integrazione e Coesione, i colleghi di Radio 1 Rai hanno intervistato il nostro direttore di gara nei Campionati a 7 e a 11 Giocatori, Gerard Iemfack, esempio di integrazione attraverso lo sport, ma anche portavoce di episodi di razzismo che ha vissuto in prima persona e che, grazie a tutta quanta la famiglia UISP, è riuscito a superare, sentendosi tutelato e protetto. Questo il suo racconto passato in radio nel pomeriggio.

“Questo progetto si sta svolgendo in realtà perché durerà fino a dicembre di quest’anno – ha esordito in apertura di trasmissione Alessio Semino, Referente comunicazione del Progetto SIC – Noi abbiamo già intrapreso varie azioni, varie interviste, oggi questo sarà un pezzettino con il nostro Gerard. Il progetto è rivolto a spiegare perché lo sport deve essere un veicolo di integrazione, di inclusione e di coesione e quindi noi lo faremo attraverso una serie di interviste che sono già iniziate, che raccontano come si possono contrastare le discriminazioni razziali di genere. Lo faremo anche attraverso un evento finale a cavallo tra i mesi di maggio e di giugno, ma resta il fatto che la Uisp è sempre attiva quotidianamente in questo ambito. Però la storia di Gerard, che è uno dei nostri cardini, credo sia molto bella da ascoltare, quindi lo spazio lo lascio volentieri a lui”.

Assolutamente e lo saluto Gerard, Gerard Iemfack, originario del Camerun. Ciao Gerard, buon pomeriggio. 

Ciao, buon pomeriggio, buon pomeriggio a voi. 

Allora, intanto raccontaci la tua storia da quanto tempo sei in Italia, come sei arrivato e che cosa che cosa fai? 

Allora, sono Gerard Gerard e sono in Italia dal 2008. Ho 38 anni. Sono arrivato qua come studente, studiavo ingegneria biomedica e quindi sono laureato. Ora sto facendo un progetto con un gruppo di amici per per mettere una struttura specializzata nelle cure delle persone anziane giù in Camerun. Ed è quello che mi preoccupa adesso al 90% perché essendo qua vedo come le persone anziane sono davvero prese in considerazione e giù da me è qualcosa che non esiste. Io ho detto no: voglio cercare di vedere come funziona qua e copiarlo e riprodurlo a casa mia. E poi quando tutto va bene me ne torno giù per dare una mano agli anziani. 

Tu sei un arbitro di calcio per i tornei della UISP. E come svolgi questo tuo ruolo? È difficile? 

“È molto difficile, però adesso sono sempre assistito, protetto con tutto l’organico Uisp che ringrazio. Prima di arrivare in Uisp ero in un’altra associazione: mi trovavo bene perché avevo proprio dei progetti di crescita, mi allenavo abbastanza. Poi ad un certo momento si sono presentate proprio delle situazioni sporche, che non dirò di razzismo, ma situazioni sporche per le quali ho poi deciso di mollare completamente. Ho detto “No, non vado più, non lo faccio più”. È solo grazie ad un amico, che adesso non è più in Italia, ma in Germania, che mi ha assistito ed è stato al mio fianco per più di un anno pche mi sono convinto a raggiungere la famiglia UISP, in cui inizialmente non volevo entrare perché avevo paura di ritornare sempre nelle situazioni brutte. Poi, però, sono sono rimasto proprio sorpreso perché qua non era così, qua era proprio una famiglia, una vera famiglia in cui le persone sono custodite. Io mi sono trovato benissimo e qua davvero la cosa funziona benissimo“.

E se ti sei mai trovato in situazioni dove hai vissuto personalmente o intorno a te episodi di discriminazione? 

Sì, sono situazioni che viviamo ogni tanto. Cercherò di raccontarne solo una. Durante una gara di calcio gara di calcio a 11 facevo l’assistente, facevo il guardalinee, come si dice di solito. E è successo un episodio in cui un allenatore si è girato e mi ha detto: “Guarda che devi lavorare abbastanza, devi fare il tuo lavoro perché qua stiamo giocando con i palloni, non stiamo giocando con le banane”. Io ho cercato di dire “ma quello che ho sentito, è davvero quello che ho sentito?”. Meno male che l’arbitro centrale, uno davvero abbastanza sveglio, che è contro episodi del genere, ha sentito e subito è andato a espellere il mister. Mister che dopo ha preso una squalifica davvero esemplare e UISP l’ha convocato per le spiegazioni e per chiedere scusa“.

Come ti sei sentito in quel in quell’occasione? 

“Ho di nuovo cercato di mollare tutto. Non ce la facevo più. Meno male che tutto l’organico UISP è rimasto al mio fianco. Mi ha sostenuto abbastanza. E lì di nuovo ho pensato: “Mi sento abbastanza protetto, cerco di andare avanti. Non mi fermerò mai davanti a questi episodi che vengono da persone, io direi, stupide, ignoranti. Non dirò di fermare la mia vita. In ogni caso, devo sempre alzare la testa e andare avanti. È così. Le persone buone esistono

L’effetto delle discriminazioni nello sport è quello che ha raccontato Gerard, cioè il fatto di scoraggiare le persone dal proseguire un’attività che può essere quella di atleti o di atleti o anche quella di direttore o direttrice di gara. Lo sperimentiamo molto spesso e non soltanto a livello amatoriale, ma anche a livello professionistico. Ci vuole una presa di coscienza sul fatto che nel 2025 non è più accettabile, non è più in linea con proprio con i tempi, non è non è più spiegabile con una logica che non sia quella dell’ignoranza e della stupidità, come diceva Gerard il fatto di dare ancora spazio a questi a questi gesti e a questi eliminazioni e quindi Uisp, come dicevo in apertura, ma come Gerard ha spiegato Uisp è proprio un argine a questo fenomeno e siamo tutti contenti di far parte di questo movimento, perché poi alla fine sono questi i valori che interessano e dei quali lo sport deve essere un veicolo. Questo sarà anche l’obiettivo che il nostro progetto si prefissa e che porteremo avanti” ha concluso il Referente comunicazione del Progetto SIC, Alessio Semino.

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