Nei giorni scorsi siamo stati in compagnia di Roberto Manfredi, referente del Levante ‘95 in questa settimana che segna un po’ l’inizio delle attività del “Giocando in Allegria“.
Ci puoi descrivere l’attività e spiegare come mai è così importante per i ragazzi che partecipano?
“Si tratta di un’attività importante perché dà la possibilità a ragazzi con qualche fragilità di costruire un tessuto sociale e di relazione importante. Noi affrontiamo il problema del disagio e ci siamo resi conto che alcune cose potevano essere interessanti, ma sappiamo che in Italia il calcio funziona sempre. Noi non creiamo campioni, ma utilizziamo il calcio come strumento per dare il via a meccanismi sociali e di amicizia. Abbiamo tanti ragazzi che si trovano isolati e che grazie alla squadra di calcio stanno insieme e conoscono amici, avendo un grandissimo beneficio. Questo è dimostrato anche dal calo dei ricoveri delle persone che quando hanno questi problemi imboccano questa china”.
Queste attività fanno parte degli allenamenti inseriti nel percorso terapeutico dei ragazzi. Questo dimostra ancor di più l’importanza dello sport per loro…
“Lo sport è un veicolo di aggregazione sociale a qualunque livello, non c’è famiglia che alla domenica non porti il figlio a fare sport. Questo vale a maggior ragione per persone che hanno queste fragilità e che quindi fanno più fatica ad affrontare questi percorsi diciamo ‘normali’. Il nostro è un lavoro da facilitatori per permettere loro di fare cose che fanno tutti, non inventiamo niente. Lo sport è un veicolo sociale a tutti I livelli. Noi proviamo a renderlo fruibile anche a chi ha qualche fragilità in più”.
Come referente del Levante ‘95, come stanno vivendo i tuoi ragazzi l’inizio di queste attività?
“Con grande passione ed emozione. Abbiamo vissuto trent’anni di campionati regolari, poi siamo stati in qualche modo stoppati dal Covid. Abbiamo avuto qualche difficoltà organizzativa, perché quando una squadra rimane ferma due anni o due anni e mezzo per il Covid ricostruire tutto diventa difficile. Riusciamo a ripartire quest’anno. Teniamo conto che il Levante ‘95 è la squadra più vecchia della Liguria, nata appunto nel 1995. Riusciamo a ripartire con il campionato regolare e con l’agonismo sano, che è un qualcosa di estremamente umano. Chiunque di noi ha dentro quel minimo di spirito agonistico per cui se faccio meglio una cosa rispetto ad un altro sono un po’ più contento. Fa parte di un percorso di normalità. Noi siamo dei facilitatori, l’agonismo nello sport è normalità”.
