Andrea Ghiazza ci racconta la sua esperienza alla guida del Genova Calcio Linea Messina
Come e quando nasce la vostra squadra?

Nel 2012 nasciamo come Genova Calcio Linea Messina,  grazie a Stefano Messina, che ha fortemente creduto in un gruppo all’insegna della sportività , al di là dei meri risultati e che oggi come allora, garantisce la sponsorizzazione sia per i suoi dipendenti che per tutti gli altri. Inizialmente facevamo il campionato a 11, poi aumentando l’ età e anche il livello di gioco, siamo passati al calciotto. Oggi facciamo l’over 40, è la nostra dimensione, riusciamo anche ad inserire qualche “ giovane” fuori quota  che si è affezionato a noi e che così ha il suo spazio e devo dire che  si è rivelata una scelta azzeccata che ci sta ripagando!

Che cosa significa per voi partecipare ad un campionato amatoriale?

Per chi come me ha vissuto il calcio anche a buoni livelli, l’amatoriale non deve essere inteso come la partitella tra amici, ma come un impegno serio in cui cimentarsi, ricordando che fuori dal campo siamo tutte persone con una vita, una famiglia, un lavoro e quindi, con la massima sportività ma onorando un campionato che per le classifiche, la terna arbitrale, il clima e l’organizzazione che c’è dietro, garantisce alle squadre il giusto stimolo alla competizione.

Quali sono le maggiori difficoltà nell’affrontare un campionato amatoriale?

La difficoltà e il pregio dell’amatoriale in qualche modo si equivalgono, è una questione di equilibro; mi spiego, è facile entusiasmarsi all’idea della partita di pallone, quando si tratta di iscriversi sono tutti d’accordo, poi c’è chi non valuta l’impegno e la costanza richiesti. Chiaro che per gli sportivi , ex agonisti, disciplinarsi per un amatoriale è più facile, partire per andare a giocare al freddo sotto la pioggia a Serra Ricco’ , fa parte del pacchetto,  ma c’è chi si tessera e poi subordina la disponibilità a tutto il resto e allora uno si ritrova con una rosa di giocatori anche numerosa, di cui la metà non si vedono mai. Dal punto di vista di chi si prende la briga di fare da referente, diventa faticoso rincorrere fino all’ultimo le persone da mettere in campo, in più chi gioca dovrebbe farlo per se’. Un’ altra difficoltà sono i costi, non per noi che abbiamo l’ enorme fortuna di essere sponsorizzati, ma per tante squadre sì, anche se posso dire che forse dove si investe in prima persona, si è più responsabilizzati a farlo seriamente.

Quali sono gli obiettivi per questa stagione sportiva?

Intanto dichiaro apertamente che nel  rispondere, sto compiendo i più comuni rituali scaramantici (risata collettiva!) Noi ci teniamo, pensare che la nostra squadra ha indossato la stessa muta di maglie da inizio campionato perché portano bene, mi sono impegnato a lavarle in prima persona, purchè  fossero sempre quelle!!   Onestamente, mancano 6 partite, cercheremo di fare gli 11 punti che ci farebbero vincere il campionato, ci impegneremo! Sarebbe bello festeggiare con i 3 giorni di finali nazionali a Rimini…un altro obiettivo è la Coppa Disciplina, per come viviamo noi lo sport è un riconoscimento altrettanto importante.

Cosa diresti per avvicinare qualcuno al calcio amatoriale?

Che se uno ha la passione per il calcio non la deve reprimere, ma trovare la dimensione adatta a se’: alla propria età e alle proprie capacità, per esprimerla al meglio. L’amatoriale è il modo migliore per declinare i bisogni di ciascuno e rendere possibile tutto ciò, aggiungendo che il post partita, le mangiate, coinvolgere le famiglie in questo clima di amicizia che si crea,  è un arricchimento che va oltre la pratica sportiva.

Il più bel ricordo legato a Uisp?

A questa domanda ho pensato un po’…ho pensato alle nostre mitiche partecipazioni a Sportilia, eravamo così di casa ad un certo punto, che rischiavamo di essere in trattoria invece di andare in campo!  Ho pensato alle persone che hanno segnato il nostro cammino, al caro Danilo Bignone che mi ha fatto riavvicinare al calcio a 11 e che oggi non c’è più…Alle vittorie, che danno tanta soddisfazione, ma che da sole durano un attimo… E  poi ho trovato un ricordo che è restato in ognuno di noi,  risale al 2014, campionato lavoratore a 11, serie A1. Giocavamo contro la FBC Campese, partita con avversari giovani e scattanti che ci stavano mettendo a dura prova. Rimontiamo da 4 a 1 a 4 a 3. Ci chiedono di poter fare entrare un compagno disabile, ovviamente acconsentiamo e la gioia di questo ragazzo nel segnare è stata tale che non c’è altro da dire. Il più bel ricordo è tutto li’ .

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