Per il secondo anno di fila, la Scuola Popolare Darsena prende parte al Campionato a 8 Giocatori UISP. Un secondo anno partito tra molte novità, con qualche giocatore passato in categorie superiori e una formazione da rodare. Ma l’obiettivo rimane sempre uno su tutti: l’integrazione attraverso lo sport. A raccontarci la bella realtà della Scuola Popolare Darsena è Tea Boasi, responsabile della squadra.
Come è iniziata la nuova stagione? Raccontaci le vostre prime sensazioni…
“Non è iniziata benissimo, abbiamo perso tutte e due le partite. Ma l’anno scorso avevamo perso le prime cinque ed è andata bene, quindi speriamo di riprenderci. Abbiamo tanti giocatori nuovi, alcuni non avevano giocato l’anno scorso e quindi c’è da rodare un po’ la squadra. Non ci sono i due più forti dello scorso anno: uno è andato a giocare in Eccellenza e uno in Seconda Categoria. Sono ragazzi migranti, il nostro obiettivo è dar loro qualche soddisfazione e farli integrare. Quindi il fatto che giocando da noi siano poi riusciti a passare in altre società effettive e realizzare il loro sogno è la cosa più importante. Per cui è normale che da questo punto di vista,la squadra sia nuova e da rodare nuovamente”.
Da dove nasce il vostro progetto?
“Nasce dalla scuola di italiano, siamo gli stessi che quasi cinque anni fa hanno dato il via ad un progetto di formazione e apprendimento dell’italiano in maniera del tutto gratuita e autogestita in Darsena. Il gruppo dei dirigenti, dell’allenatore e dei tifosi è tutto intorno al progetto della scuola, tra maestri e sostenitori. Anche il primo gruppo di ragazzi migranti che ha iniziato a giocare insieme erano gli alunni della scuola. Poi si è allargato ad altri amici e ragazzi delle comunità, educatori o altre persone che sanno della squadra e magari mandano dei ragazzi. I due progetti ormai viaggiano paralleli ma sono abbastanza scissi. Ci alleniamo al Cap, una volta a settimana anche se il campo è piccolo. È l’unico campo che ci fa giocare ad un prezzo stracciato, se non gratis. Per cui visto che è tutto autogestito e autofinanziato è ciò che possiamo permetterci. È il punto di ritrovo dove si vedono i ragazzi, l’allenamento è aperto a tutti e da lì si seleziona chi ha più tempo, voglia e capacità di fare il campionato”.
L’anno scorso avevate partecipato anche al ‘Progetto Sic!’ al Pio…
“Ci aveva contattato UISP chiedendomi la disponibilità di partecipare. Per i ragazzi andare a giocare nel campo di allenamento del Genoa e cambiarsi nei loro spogliatoi era molto interessante, quindi abbiamo partecipato. Erano felicissimi“.
E’ il secondo anno che fate il campionato ad otto: come vi trovate con UISP?
“Bene. Noi tiriamo fuori i soldi dall’autofinanziamento, ci aiutano un sacco di realtà solidali: Il Masetto (che è il nostro sponsor), il Cap, La Resistente. UISP ci aiuta sulle tempistiche, e sui tesseramenti. Mi sembra che UISP voglia sostenere progetti di questo tipo, quindi ci dà una grande mano”.
Quali sono i buoni propositi per il proseguimento della stagione? Anche fuori dal campo magari: dicevi prima che è stata una bella soddisfazione salutare due giocatori che sono andati a giocare in categorie superiori…
“Da un lato fa piacere, dall’altro se tutti gli anni facciamo così bisogna sempre rifare tutto da capo (ride, ndr). La cosa migliore è la via di mezzo. Il buon proposito è quello di avere un gruppo ben affiatato, con la base che rimanga quella anche per i prossimi anni. Questo anche per l’integrazione, ci sono ragazzi italiani che sono nostri amici un po’ più grandi e altri che sono appena arrivati. Speriamo si crei un gruppo di base anche con ragazzi che non hanno velleità di andare a giocare chissà dove, riuscendo al tempo stesso ad essere veicolo di chi è appena arrivato e non sa dove andare, è giovane e ha la possibilità di andare a giocare da altre parti. Noi abbiamo questo link con la Resistente per gli intenti popolari e solidali, quindi è un buon passaggio fare un primo anno con noi, imparare l’italiano, giocare con una squadra ad otto e fare i primi allenamenti. Poi se uno ha voglia e determinazione, la Resistenze è sicuramente una possibilità”.
